Voglio dormire il sonno delle mele,
allontanarmi dal tumulto dei cimiteri.
Voglio dormire il sonno di quel bimbo
che voleva spezzarsi il cuore in alto mare.
Non voglio che mi ripetano che i morti non perdono il sangue;
che la putrida bocca seguita a chiedere acqua.
Non voglio sapere i martìri che dà l’erba
né la luna dalla bocca di serpente
che lavora prima dell’alba.
Voglio dormire un istante, un istante,
un minuto, un secolo;
ma che tutti sappiano che non sono morto;
che c’è una stalla d’oro sulle mie labbra;
che sono il piccolo amico del vento dell’ovest;
che sono l’ombra immensa delle mie lacrime.
Coprimi all’aurora con un velo,
perché mi rovescerà addosso pugni di formiche,
e bagna con acqua forte le mie scarpe
perché faccia scivolare la pinza del suo scorpione.
Perché voglio dormire il sonno delle mele
per apprendere un pianto che mi sbarazzi della terra;
perché voglio vivere con quel bimbo oscuro
che voleva spezzarsi il cuore in alto mare.
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