venerdì 29 agosto 2025

Conto i minuti, ma non li vivo

 Il tempo scorre, e io lo sento addosso. Non è solo il tempo libero che passa, è l’attesa che si consuma. Comincia qualcosa di nuovo, e io sono qui, sospesa tra il desiderio di fermare il tempo e la voglia di scappare avanti. Mi agito, mi preparo, mi immagino. Ma intanto il tempo non aspetta, e io lo guardo andare, come se ogni minuto fosse un passo verso qualcosa che non so ancora se mi spaventa o mi entusiasma. 

Charlottes_Muse

martedì 26 agosto 2025

venerdì 22 agosto 2025

Gazzella della morte oscura Di Federico Garcia Lorca



Voglio dormire il sonno delle mele,
allontanarmi dal tumulto dei cimiteri.
Voglio dormire il sonno di quel bimbo
che voleva spezzarsi il cuore in alto mare.

Non voglio che mi ripetano che i morti non perdono il sangue;
che la putrida bocca seguita a chiedere acqua.
Non voglio sapere i martìri che dà l’erba
né la luna dalla bocca di serpente
che lavora prima dell’alba.

Voglio dormire un istante, un istante,
un minuto, un secolo;
ma che tutti sappiano che non sono morto;
che c’è una stalla d’oro sulle mie labbra;
che sono il piccolo amico del vento dell’ovest;
che sono l’ombra immensa delle mie lacrime.

Coprimi all’aurora con un velo,
perché mi rovescerà addosso pugni di formiche,
e bagna con acqua forte le mie scarpe
perché faccia scivolare la pinza del suo scorpione.

Perché voglio dormire il sonno delle mele
per apprendere un pianto che mi sbarazzi della terra;
perché voglio vivere con quel bimbo oscuro
che voleva spezzarsi il cuore in alto mare.

domenica 17 agosto 2025

A volte l’anima

 A volte l’anima si agita 

come vento tra le tende,  

senza tempesta, senza motivo. 
 Ma anche il cielo cambia colore  
senza chiedere il permesso.  
E io mi permetto di sentire,  
senza dover spiegare.
                                        Charlottes_Muse

La versione di me che sa ascoltarmi

Oggi dentro di te si muove qualcosa che non sai spiegare. È come una nuvola che attraversa il petto senza un cielo preciso. E va bene così. Non tutto ciò che si sente ha bisogno di un nome. Le emozioni non chiedono permesso, ma chiedono ascolto.

Respira. Non sei sbagliata. Non sei fragile. Sei viva. E questa agitazione è solo il segno che stai attraversando un confine invisibile. Forse la fine delle vacanze, forse parole non dette, forse solo il bisogno di rallentare.

Ricorda: Hai già camminato dentro giorni difficili. Hai già scelto di restare, anche quando sembrava più facile scappare. E lo stai facendo di nuovo, ora.

Se oggi vuoi silenzio, conceditelo. Se vuoi piangere, fallo. Se vuoi compagnia, cercala. Ogni gesto che nasce dal cuore è un atto di forza.

 Ti prometto che passerà. 

 Ti prometto che tornerai a sentirti leggera. 

 Ti prometto che anche questa emozione ha qualcosa da insegnarti. 

   Charlottes_Muse


 

martedì 5 agosto 2025

Malinconia


 Il mare ha spazzato via le impronte di quel sogno, 

come se non fosse mai esistito, 

lasciando soltanto sabbia e silenzio.

                                                                 Charlottes_Muse

Paesaggio surreale


 

venerdì 1 agosto 2025

Il dolore arrivò prima del silenzio (Prologo)

Lyria(nome provvisorio)si svegliò con un sussulto, il fiato spezzato. Il petto le si stringeva, come se qualcuno le avesse tolto l’aria. Stringeva forte il bordo della coperta, le dita piccole e livide dalla tensione.

Si girò di scatto verso il letto accanto. Vuoto.

Un brivido le attraversò la schiena. Kaelan (nome provvisorioavrebbe dovuto essere lì. Sempre lì. Eppure, il lenzuolo era liscio, freddo sotto le sue mani tremanti.

Dov’era?

Scese dal letto, i piedi nudi affondarono nel legno gelido. La stanza sembrava la stessa di sempre—i giocattoli sparsi sul tappeto, il libro aperto accanto al letto, il mantello piegato sulla sedia. Eppure qualcosa… qualcosa era sbagliato.

La luce della luna filtrava dalla finestra, riflettendosi sul pavimento. Si avvicinò. La finestra era socchiusa. Un filo d’aria le solleticò il collo.

Si portò le mani al braccio, d’istinto. Cercò la cicatrice.

La pelle era liscia. Vuota.

Il suo cuore iniziò a battere più forte, martellando nelle orecchie.

Spalancò la porta della sua stanza e corse lungo il corridoio, scalza, le mani che si aggrappavano ai muri per non perdere l’equilibrio. La casa era immersa in un silenzio soffocante, come se qualcosa avesse spento tutti i suoni.

Arrivò alla stanza dei genitori. Bussò forte.

Nessuna risposta.

Spinse la porta, l'oscurità la accolse. Due sagome immobili nel letto.  Dormivano profondamente.

"Mamma? Papà?"

Un sospiro annoiato, un movimento appena percettibile sotto le coperte. Sua madre sbuffò piano, senza aprire gli occhi.

"Kaelan è sparito," bisbigliò.

Silenzio.

Si avvicinò, il respiro tremante. "Kaelan?" ripeté, più forte.

Sua madre si stiracchiò nel sonno. "Chi?"

Sentì la gola chiudersi.

"Kaelan."

Sua madre non rispose. Suo padre continuò a dormire.

Non ricordavano.

Lyria indietreggiò, lo stomaco annodato, un peso insopportabile sulle spalle. Si voltò verso il grande specchio accanto alla finestra. Il suo riflesso le restituì un volto pallido, gli occhi spalancati dal terrore.

Era sola.

Kaelan non era solo sparito. Il mondo stava cercando di dimenticarlo.