Forse è nel centro esatto del ticchettio che il tempo trattiene il fiato e finge di non esistere. Forse non c’è attesa solo presenza, né prima né dopo, solo adesso.
Forse tu non mi parli, non mi ricordi, eppure sei l’eterno istante che non cambia, la vibrazione che abita il tempo vuoto.
Forse siamo sospesi, come luce tra le foglie, come sogno che non osa svegliarsi, come silenzio che sa di esser visto.
E quando il suono giunge forse non è voce, non parola, ma frattura: una nota rossa, una fenditura d’aria, l’odore bruciato di qualcosa che insiste.
Forse il tempo cede, le lancette si piegano, gli ingranaggi si fermano a pensare.
E forse, quel ticchettio che ritorna non è davvero tempo ma memoria travestita che finge ancora di pulsare.
Charlottes_Muse